Alla quarta ora, all'improvviso la voce dagli interfono ci ha riscossi. Era quella dei rappresentanti d'Istituto che ci invitava a fermarci un minuto per ricordare il genocidio degli ebrei nei campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale. Sono state parole toccanti e chiare, che hanno indotto tutti, alunni e professori, a riflettere sulla condizione dell'uomo nel tempo e nella storia.
Durante questo minuto, all'interno delle aule, si è sentito un silenzio inconsueto, segno di grande partecipazione. Qualche docente quindi, ha cercato di dare un'ulteriore spiegazione a questa pausa di riflessione. Altri hanno ricominciato la lezione, ma con una sensazione diversa.
L'importante è ricordare queste persone sempre e non passarci sopra come se non fosse successo niente. Quello che mi ha colpito di più è st ato che la storia si ripete. Che le stragi non finiscono.
L'importante è ricordare queste persone sempre e non passarci sopra come se non fosse successo niente. Quello che mi ha colpito di più è st ato che la storia si ripete. Che le stragi non finiscono.
Per questo ora che il 27 gennaio è passato e il prossimo sembra troppo lontano, abbiamo pensato di raccontare qualche altra storia di deportazioni e sofferenze, che non hanno nemmeno il triste privilegio di una giornata della memoria .
XX Secolo: un secolo di violenza
La strage degli Armeni. Un genocidio che non può essere negato
XX Secolo: un secolo di violenza
Niente è sicuro, neanche la pace a quanto pare; perciò sta a noi non permettere che gli stessi terrificanti orrori del passato continuino. Tutto è collegato ma se non bastasse questo a spronare gli animi, perlomeno pensate a quanto sarebbe squallido se tra 60 anni, alla domanda dei giovani: ''E tu cosa hai fatto in tutto quello?'' rispondessimo: ''Niente, tanto non riguardava me''.
La strage degli Armeni. Un genocidio che non può essere negato
Il dibattito sulla questione è ancora aperto. Sono numerose e contrastanti le opinioni riguardo a se considerare la strage degli Armeni come un vero e proprio ‘genocidio’. Chi sostiene che il termine ‘genocidio’ sia appropriato per definire questo risvolto drammatico della prima guerra mondiale, mette in evidenza l’eccessiva durata delle deportazioni e la cattiveria con la quale i maltrattamenti sono stati commessi.
Alla base vi era una annosa situazione di conflitto manifestatasi, in particolare, negli anni 1894-1896, quando gli armeni subirono una violenta repressione da parte dell’impero Ottomano. La loro situazione, già piuttosto precaria, si aggravò con l’avvento al potere dei giovani Turchi.
Andando a studiare le cause di questo genocidio, si devono tenere in considerazione due diverse ipotesi. La prima tende a riconoscere come causa profonda di questa rivalità la paura di un appoggio armeno alle truppe russe, temute avversarie dei Turchi durante la Grande Guerra da poco iniziata. La seconda teoria spiega questo odio sulle spinte nazionaliste che agli inizi del 900 caratterizzarono la minoranza armena.
"Conoscete voi la notte ucraina? Oh, voi non conoscete la notte ucraina!Contemplatela: la luna guarda nel mezzo del cielo; l'immensa volta celeste si è spalancata, si è fatta ancora più immensa: arde e respira. La terra è tutta una luce d'argento; e l'aria è un miracolo, ed è fresca, e ti soffoca, e trabocca languore, e dondola un oceano di profumi. Notte divina! Incantevole notte!" continua a leggere....
Dei massacri compiuti dalle truppe fasciste nei territori da esse occupati, durante la Seconda Guerra Mondiale, poco si sa e mai se ne parla; certo è per la spinosità e per la durezza del tema, che va a ferire la dignità e l'integrità di un frammento della storia del nostro popolo, che gli Italiani, oggi come ieri, hanno cercato e cercano di evitarne, di scansarne una scientifica e rigorosa trattazione, scevra da preconcetti politici e posizioni parziali, ostacoli nei quali chiunque vorrà informarsi in maniera seria e veritiera sull'argomento dovrà di certo incappare, nel corso delle sue ricerche. continua a leggere...
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