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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

UN METRO DA TE

Will e Stella sono due giovani entrambi malati di fibrosi cistica; dopo essersi incontrati in ospedale i due si innamorano e decidono di affrontare insieme una terapia per guarire, tuttavia la loro malattia li costringe a stare costantemente due metri l'uno dall'altro: il loro scopo diventa quindi quello di poter avvicinarsi sempre più, per giungere ad avere un contatto fisico. Stella conosce Will in ospedale, dove è costretta ad andare spesso fin da piccola, per colpa di una malattia che le attacca i polmoni. Ora deve stare attenta a rimanere lontana da tutto quello che potrebbe passarle un'infezione che le impedirebbe il trapianto. Cerca di aiutare il suo amico organizzando un diario delle cure che deve fare. Lui, che è così stufo e ribelle le deve molto. Ma è così difficile conoscersi così tanto sempre a distanza di sicurezza. L'affetto che nasce fa si che sia pericoloso per i loro cuori. Caratteristiche Titolo originale: Dove Feet Apart Lingua originale:

IL CAMBIAMENTO DOBBIAMO ESSERE NOI

Mi chiamo Dana. Sono nata e cresciuta in Italia, ma ho origini ucraine.  Anche se questo non importa. Non importa dove sono nata io, o dove siete nati voi. Siamo tutti fratelli e siamo tutti nati nella stessa casa, nel nostro pianeta.  E ora, mi chiedo dove nasceranno le prossime generazioni. Mi chiedo cosa lasceremo. Mi chiedo in che condizioni. Mi chiedo il perché siamo arrivati fino a questo punto. Ho tante domande a cui purtroppo non riesco a dare una risposta.  Il nostro problema è che diamo la colpa al tempo. Pensiamo che sia il tempo che rovina le cose. Quello che ignoriamo, perché in fondo noi lo sappiamo, è che siamo noi che determiniamo il tempo. Siamo noi che lo acceleriamo. La Terra sta invecchiando e sta morendo a causa nostra. Noi stiamo finendo il nostro tempo, lo stiamo consumando, e lo sappiamo.  Pensiamo sempre che se c’è qualcosa da fare, lo farà qualcuno. Non riusciamo a capire che dobbiamo essere noi quel qualcuno. Non serve far parte di qualche associ

CAMBIAMO IL MONDO PER MIGLIORARE IL NOSTRO FUTURO

“FLASH” UNO SCATTO E VIA! UN PROGETTO FRESCHISSIMO SUL POLVEROSO GENERE DELL’EPIGRAMMA

Perché “Flash”? Estremamente breve e conciso, l'epigramma è capace di immortalare, così da renderlo eterno, anche il più piccolo attimo, proprio come lo scatto di una macchina fotografica. Un viaggio lungo la traiettoria di una freccia ideale che, sintetica come un epigramma e luminosa come un flash, dalla Grecia del 3^ secolo a.C.  passa per la Roma imperiale e punta dritto al cuore della contemporaneità: l’America del Novecento. Il progetto “Flash” (leggi la presentazione ufficiale), proposto e condotto dalle professoresse di latino, greco e inglese Paola Piattella, Maria Silvia Possanzini e Vera Valletta ha sensibilizzato gli studenti, rivolgendosi in particolare ai ragazzi del IV e V anno, allo studio comparato, insegnando loro a superare gli steccati delle singole materie e invitandoli alla mediazione culturale.  Il corso è durato un mese circa, scandito in quattro incontri: i primi due, nei quali ogni professoressa ha presentato la sua materia in relazione al gene

Erotion (V,34), Marziale

Questo corso ci ha aperto al mondo della traduzione in maniera diversa e totalmente nuova. A renderlo unico il confronto e il collegamento tra le varie lingue, infatti per la prima volta in cinque anni abbiamo tradotto il latino e greco in inglese. Il lavoro fatto in piacevole collaborazione ci ha permesso di apprezzare di più la lingua stessa, dal momento che abbiamo ritenuto necessario sostare sul senso dei termini originali, per trasferirli con la stessa carica di significato nella lingua d’arrivo. EROTION (V,34), Marziale Fronto and Facilla, father and mother, I entrust this little child and my kisses and my love to your care: sweet Erotion you won’t fear the dark shadows and Cerberus’ frighting jaws. She would have seen her sixth winter If she had only lived some more days. May she play peacefully among such ancient patrons And may she pronounce my name with her bubbling voice. May a gentle mound veil her tender bones; and you, earth, do not weight on her: she

FRANCIS TURNER, Edgar Lee Masters

FRANCIS TURNER, Edgar Lee Masters Non potevo correre o giocare da giovane. Da uomo potevo solo sorseggiare dal calice Non berne: Perché la scarlattina aveva lasciato il mio cuore malato. Eppure giaccio qui, rincuorato da un segreto che solo Mary sa: c’è un giardino di acacia, catalpe e pergolati addolciti da viti: Là, in quel pomeriggio di giugno, accanto a Mary, baciandola con l’anima sulle labbra, d’improvviso volò via. (Elena Corinaldesi - Ilaria Tortorella - Brenno Rubegni) FRANCIS TURNER Non ho potuto correre e giocare nella fanciullezza. Nell’età adulta ho potuto solo sorseggiare, non bere – La scarlattina ha lasciato il mio cuore ammalato. Tuttora giaccio qui Addolcito da un segreto che nessuno sa tranne Mary: C’è un giardino di acacie, alberi di Catalpa, e pergolati con dolci viti – Là in quel pomeriggio di giugno, affianco a Mary, baciandola con la mia anima a fior di labbra, all’improvviso prese il volo. (Turchetti Miglioroni Lella)

Leonida di Taranto VII – 273

Euro’s fierce and violent storm, and the night, and the waves at the climax of the Orion gloomy sunset killed me: Callaiscro passed away crossing the Lybian sea. Wandering about the ocean, prey for the fishes, I die: now this false tombstone creeps over me. (Marta Bolognini - Matteo Moretti - Martina Stimilli) A violent and impetuousstorm of the East wind And the night, and the waves of the dim, totaleclypse of Orione Wasted me away: I slipped from life I, Calliskros, sailing in the middle of the Libyansea. And I, rolling in the sea, preytogether with the fish, I died: untruthful grave isthis. (Agnese Bruglia - Lucia Copparoni - Rebecca Vida Gambelli)

An enriched shoemaker (IX, 73), Marziale

You used to iron with teeth Leathers of worn-out slippers To bite an old mud-soaked sole, now you own your deceived patron’s fields in Preneste I wouldn’t bear if you had a single room; drunk on the generous Falerno, you break beautiful crystal cups and satisfy your lower istincts with your master’s Ganimede. My poor parents Made me learn a little bit of culture What’s the benefit of rhetoric and grammar? Break off, Talia, my insignificant pens If a simple slipper can bring this fortune to a shoe maker. (Marta Bolognini - Matteo Moretti - Martina Stimilli) Used to dressoldleather with yourteeth and to bitemud-dirtyoldsoles, youhold the Prenestianlands of your dead master and I would be outragedifyou’veeverhad a cupboard in them; andyoucrush, drunk of the sparkling Falerno, the glasses andyoufeelspicy-greedy for the Ganymedes of your master. But, myidiotparents, theytaught me theseletters: andwhat do I get with grammarians and rhetors? Break the light pens and ri

ANTICLEA(VII – 466 ), Leonida di Taranto

VII – 466, ANTICLEA Leonida Poor Anticlea, poor me who burn on a funeral pyre my only child, in his blooming youth, who died at the age of 18, my son: and suffering I cry out my lonely old age. May I fall in the Hades, dark abyss. May I not see the rise of another day Or the early sunlight. Poor Anticlea, struck by fate, hill your own pain: drag me out of life. (Elena Corinaldesi - Ilaria Tortorella - Brenno Rubegni) ANTICLEA Oh poor Anticlea, poor me, who had to bury my only child in the bloom of his youth, dead at eighteen. Abandoned, old, I cry desperately would to heaven that I could go to the Hades, Kingdom of the darkness; That the sunset could not appear to me neither the rays of sunlight. Oh poor Anticlea, you, The one who has been struck by Faith! May you relieve me from the pain, take me away from life. (Turchetti Miglioroni Lella)

Jones il violinista (Edgar Lee Masters, Spoon River Anthology)

La terra continua ad emanare una vibrazione, là nel tuo cuore, e quella sei tu. E se la gente scopre che sai suonare, allora suonare devi, per tutta la vita. Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio? O un prato da attraversare per raggiungere il fiume? Il vento è nel granturco; ti freghi le mani Perché i tuoi buoi sono ora pronti per il mercato; oppure senti il fruscio delle gonne come le ragazze che ballano nel Boschetto. Per Cooley Potter una colonna di polvere O un mulinar di foglie significarono rovinosa siccità A me sembravano simili a Sammy Testa-Rossa mentre balla al ritmo di Toor a Loor. Come potevo coltivare i miei 40 acri, per non parlare di prenderne altri con quella miscellanea di corvi, fagotti e ottavini che cornacchie e pettirossi mi agitavano in testa e il cigolio di un mulino a vento – solo questo? E non ho mai iniziato ad arare in vita mia Senza che qualcuno si fermasse per la strada E mi portasse via, a una danza o a una merenda. Finii con 40 acri, finii con un violin