ANCORA VITTORIA PER GLI SCACCHISTI DEL RINALDINI
A seguito di tanti e tali successi è dunque parso
giusto e doveroso intervistare, congratulandoci con loro, due membri della
squadra femminile cui dobbiamo l’ultima conquista di questo percorso così
fruttuoso e felice, le studentesse Caterina Maggi e Sofia Terranova, compagne di
squadra in un ricco rapporto di crescita personale come sportiva.
Come hanno chiarito loro stesse, queste gare si
disputano tra squadre composte da quattro giocatori ufficiali, con un massimo
di due riserve, e il punteggio da conseguire è pari a due e mezzo, terminando
con una patta in caso si ottenessero non più di due punti. Le partite,
ovviamente, sono dei singoli uno contro uno, dove l’esito positivo, a quanto
abbiamo potuto capire, è favorito dalla lucidità, dalla fiducia in sestessi e
dalla prudenza verso l’avversario come anche, però, da un esercizio praticato
quasi sin dall’infanzia.
-“Da quanto tempo giocate a scacchi?”
C.M: “Ho iniziato a giocare alle elementari,
continuando poi con costanza; si tratta di un gioco che, se riesce, è
motivante, ma mi esercito comunque abitualmente anche perché l’allenamento è
necessario”
S.T: “Anch’io ho iniziato da piccola, prima insieme a
mio zio e poi all’interno delle elementari, che offrivano proprio dei corsi di
scacchi, e lì ho iniziato a giocare in squadre”
Certamente, però, dietro un rapporto così lungo con
questa attività dovrà esserci qualcosa di particolarmente interessante e
affascinante, di appagante e bello in questo gioco, che infatti si è rivelato,
almeno ai loro occhi, ottimo strumento per conoscersi più a fondo,
disciplinandosi ma anche stimolando vivacemente le proprie capacità.
-“Cosa vi piace negli scacchi”?
C.M: “E’ un gioco molto competitivo, dove si è
consapevoli che la vittoria dipende dal proprio impegno e dalla giusta
strategia, e questo è molto stimolante”
S.T: “Si tratta d’un gioco che spinge sempre a dare il
meglio di sé, anche se l’avversario è più forte”
Proprio il sapere, il sentire che la vittoria dipende
soltanto dalle proprie scelte pare dunque elemento di primaria importanza nella
forza di questo gioco, le cui partite, stando ad una considerazione fatta forse
dal grande campione russo Kasparov, sarebbero tra le più violente ed intense di
tutte le altre discipline, avendo i loro giocatori ben chiaro che, nella loro
vittoria come nella loro sconfitta, la sorte non ha alcun ruolo, e le
conseguenze delle proprie scelte si pagano intere, con la gioia, insomma, e
l’orgoglio della vittoria come pure con l’amarezza e, talvolta, la rabbia di
chi, sconfitto, non può che riconoscere la superiorità strategica
dell’avversario, che meglio ha ponderato la situazione, senza potersi dunque
scusare in alcun modo.
-“ Vi siete trovate in situazioni
particolarmente critiche nel corso di qualche partita?”
C.M: “Alle nazionali di otto anni fa, dovevo giocare
con la prima in classifica che non aveva mai perso una partita; pur dopo una
grande agitazione iniziale, però, alla fine ce l’ho fatta, mostrando che per
quanto sino ad ora uno abbia sempre vinto, non è per questo imbattibile”
S.T: “L’agitazione c’è ad ogni partita, per cui
bisogna cercare di non avere pregiudizi su di sé, né sull’avversario, e di
mantenere la calma”
Proprio il controllo ed il dominio di sé, la
consapevolezza di avere nelle proprie mani le sorti d’una partita -e d’una
squadra, in competizioni come quelle che hanno visto eccellere queste ragazze-,
insomma proprio il vedersi investiti d’una grande responsabilità verso se
stessi e gli altri sono atteggiamenti, come già detto, fondamentali non solo
per vincere ma anche per vivere seriamente e appieno lo spirito di questo gioco
così limpidamente e magnificamente spietato, ma anche profondamente e
rigorosamente formativo.
-“Quali sono degli atteggiamenti utili al
conseguimento della vittoria?”
C.M: “Avere fiducia in sé, ma anche giusta
considerazione dell’altro, perché si può vincere, ma solo con lucidità”
S.T: “Sempre mantenere la concentrazione, sia che ci
si trovi in vantaggio che si stia perdendo, perché l’avversario potrebbe
sfruttare la prima occasione per coglierti di sorpresa, ma anche perché,
nonostante la difficoltà in cui si può trovare, con la mossa giusta la
situazione può sempre venire ribaltata”
Auguriamo dunque, ad una squadra
consapevole della “centralità delle persone” nel proprio gioco, un’altra grande
serie di successi, con cui esercitarsi ancora e sempre più a conoscere se
stessi, stupendosi poi ogni volta degli altri.
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