In Romagna con il badile: la testimonianza di Kledi un nostro alunno della 5G Scienze Umane





I motivi che mi hanno spinto a fare il volontario in Emilia Romagna nonostante avessi quest’anno l’esame di maturità sono tanti e, tra questi, il principale è che mi sembrava giusto aiutare quelle persone che erano state colpite dall’alluvione, perché erano stati colpiti per una catastrofe naturale grave e pesante.
Grazie a questo fatto, ho capito che nella vita non bisogna aspettare l’occasione, ma crearla. Nella vita mi sono sempre sentito in dovere di aiutare gli altri anche nelle piccole cose, perché aiutando gli altri poi mi sento bene con me stesso.
Poi l’Emilia Romagna, come del resto tutta l’Italia, è un paese che amo alla follia e per dimostrare questo amore mi sono sentito in dovere di aiutare questo bellissimo paese e le persone che ci vivono. In quel giorno in cui sono andato ad aiutare, ho avuto l’onore e il privilegio di vedere la grandezza d’animo di tutte quelle persone che venivano da tutta Italia che lavoravano e aiutavano la popolazione colpita dall’alluvione.

La cosa che mi ha colpito di più di queste persone è che non hanno mai perso la speranza, ed è quello che auguro a tutti: di non perdere mai la speranza.
Nonostante avessero perso tutto, lottavano per far tornare tutto alla  normalità. E con questo vorrei riprendere un proverbio giapponese che afferma: “nella vita si cade sette volte per rialzarsi otto”, e
questo vuol dire che nella vita è normale cadere, ma bisogna imparare ad alzarsi. Rialzarsi non te lo insegna nessuno se non le cadute. 
Sono le cadute che ti insegnano a rialzarti. Se uno vive le cadute certamente incontra debolezze e fragilità. Ma io sono una persona che vede il bicchiere mezzo pieno perché la vita va vissuta con leggerezza e serenità, anche se ci sono dei momenti più difficili e proprio perché ci sono anche momenti difficili devi apprezzare molto i momenti belli e sereni. 

Kledi Omiccioli, Scienze Umane



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