Ma veramente? ll Rinaldini ha una biblioteca?


Prima attività della biblioteca:
 Il concorso di scrittura di venerdì scorso
C'è un corridoio a sinistra, appena entriamo nell'ala del Liceo delle Scienze Umane che si collega con l’ala del liceo classico e musicale. In mezzo si trovano scaffali chiusi a chiave pieni di libri e una porta. Aprendola si scopre che il nostro Rinaldini ha una biblioteca. Sarebbe bello se, sopra lo stipite della sua porta, ci fosse scritto: "Qui è dove si viene per leggere: abbassa la voce e alza il volume della tua mente"

Ma sopra quelle quattro ante blindate non c’è scritto niente. Molti studenti non sanno nemmeno che esiste. Vedono solamente i libri ammassati nei corridoi mentre passano. La biblioteca è il luogo adibito alla custodia e alla consultazione dei libri, del sapere. Una biblioteca è conoscenza, è crescita. E' un sevizio sostenibile ed economico. E' un luogo di incontro, di condivisione, di creatività, di partecipazione. 

Il Rinaldini comprende quattro licei: il classico, il musicale, le scienze umane e l’economico-sociale. Un liceo alla quarta potenza. Avere un luogo nella nostra grandiosa scuola  dove si possa prendere liberamente in prestito libri altrettanto grandiosi è un motivo di vanto.

"Per fortuna, sappiamo che la biblioteca riaprirà almeno una volta a settimana, a partire dal prossimo venerdì"[N.d.C.]. Vedremo davvero affisso un orario? O l'aggettivo "prossimo" è da intendersi nell'accezione di "settimana successiva a questa". Non ci meraviglieremmo di certo. E' come minimo dal trasferimento in via Canale del Liceo delle Scienze umane che noi, che ci facciamo portavoce della cultura, sviliamo e addirittura umiliamo questo spazio. Noi che sbandieriamo i valori classici e tradizionali non mostriamo come, in questa era digitale, si possa leggere un libro. Se preferite, di-mostriamo come, in questa era digitale, non si possa leggere un libro.

La biblioteca non è un santuario per il culto dei libri. Non è un tempio, col quale dobbiamo avere un rapporto sacrale, dove l’incenso letterario debba essere bruciato o la propria devozione al libro rilegato debba esprimersi in un rituale.
Una biblioteca, per modificare la famosa metafora di Socrate, dovrebbe essere la sala parto delle idee, un posto dove la Storia viene alla luce.
Rivalutando quella stanza potremmo mostrare come ci si liberi dalla prigionia dell’ignoranza. Se ciò non accadrà ci priveremo di un dono che non si acquisisce solamente sui banchi di scuola ma sfogliando libri: la cultura. Sfruttiamo questo spazio.
Apriamoci a iniziative, progetti in modo che ogni singolo rinaldiniano non possa più dire: ”ma veramente il Rinaldini ha una biblioteca?”



                                      

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