Passa ai contenuti principali

SOGNO AMERICANO

A 10 anni ho visto un volantino di una squadra di football e ho deciso di provare. Dopo il primo allenamento mi sono innamorato e non ho più smesso.



Come ti chiami?
Lorenzo Cilla

Che scuola fai?
Liceo Carlo Rinaldini

Classe?
5F

Che sport fai?
Football Americano

Uno sport poco conosciuto e seguito in Italia, secondo te come mai?
Credo che l’Italia sia una nazione fondata sul calcio ed altri sport più conosciuti. Per fare un esempio, da poco la nazionale di football ha vinto gli europei, ma non c’è stata così tanta enfasi come per la nazionale di calcio.

Come hai iniziato?
Mio padre da giovane giocava e io mi ero stufato di fare gli stessi sport. A 10 anni ho visto un volantino di una squadra di football e ho deciso di provare. Dopo il primo allenamento mi sono innamorato e non ho più smesso.

È difficile conciliare scuola e sport a livelli agonistici?
Non è semplice, ci vuole un impegno costante. Gli allenatori stessi ci spronano. Si informano sull’andamento scolastico e se questo non è buono, probabilmente starai in panchina. Molti mollano per l’aspetto mentale, non riescono a stare al passo. È uno sport che ti aiuta anche nella vita.

Lo consiglieresti ai ragazzi?
Assolutamente sì. Se cercano di fare nuove esperienze, nuove amicizie e una sana rivalità. A parer mio aiuta molto anche caratterialmente, stando in squadra sei portato ad aprirti nonostante la timidezza.

Qual è il tuo obbiettivo al momento?
Ho avuto l’onore di giocare in Serie A l’anno scorso, è stata la mia primissima convocazione in prima squadra. Mi piacerebbe vincere il Campionato Italiano Under 18. Inoltre sarebbe un sogno giocare in nazionale i prossimi europei.

Il tuo motto?
DO YOUR JOB! In campo è il motto di tutti. La squadra è come una catena, ogni pezzo quindi ogni giocatore, ha un compito che permette all’altro di andare avanti. Se fai bene il tuo lavoro, la macchina continua ad andare avanti fino alla vittoria, insieme.

Commenti

Post popolari in questo blog

UNA SORPRESA INASPETTATA di T.Talarico

Clarissa si era appena seduta sul bordo del letto ,quando la sveglia suonò ,lei ormai si era alzata già da un po di tempo ,pensando a cosa il giorno le avrebbe riservato. Quello sarebbe stato un giorno molto importante ,infatti sarebbe andata in una nuova scuola , ancora si ricordava di quando aveva dovuto salutare le sue amiche , con la promessa che l’estate successiva si sarebbero riviste e rifletteva sul fatto che lei non sarebbe andata più a scuola con loro, gia si immaginava che Chiara, la sua migliore amica ,in quel momento ancora doveva decidere cosa mettersi per quel giorno , lei era stata sempre cosi , un’eterna indecisa , dall’altra parte pero c’era lei ,Clarissa , che al contrario di Chiara era una ragazza molto decisa e sicura . In quel momento però sembrava che la sicurezza,che aveva avuto fin da bambina , da quando ad esempio pur non sapendo nuotare non si era fatta intimorire dall’acqua e si era tuffata ,senza riflettere a quello che sarebbe successo in seguito,la stess

PENSIERI E RIFLESSIONI DAL VIAGGIO DI ISTRUZIONE IN GRECIA a.s. 2017-2018

Lasciare la Grecia è come lasciare una vecchia casa abbandonata e in rovina, una terra tradita; lasciare la Grecia è spezzare un legame che ogni volta si rinnova e si infrange: il pensiero va agli alberi in fiore, alle distese di ulivi e forte ritorna il profumo della zagara. Lasciare la Grecia vuol dire vedere a Patrasso ragazzi arrampicati sui cancelli per imbarcarsi clandestinamente. Lasciare la Grecia è triste e doloroso perché è un vecchio amico che non sai mai quando rivedrai.   Vera Valletta Leggi in coda al post i commenti di Pietro, Martina, Francesco, Maria, Marta e di tutti i partecipanti alla visita d'istruzione in Grecia o rivivi nel padlet i luoghi e le emozioni del viaggio. Quel verde lucente, quel viola che ti lascia senza fiato. Montagne rocciose, campi di ulivo infiniti. In un secondo, anni di storia, di arte, di versi omerici si presentano davanti a te sussurrando cose che, anche chi non sa, chi non conosce, riesce a capire. Finalm

In Romagna con il badile: la testimonianza di Kledi un nostro alunno della 5G Scienze Umane

I motivi che mi hanno spinto a fare il volontario in Emilia Romagna nonostante avessi quest’anno l’esame di maturità sono tanti e, tra questi, il principale è che mi sembrava giusto aiutare quelle persone che erano state colpite dall’alluvione, perché erano stati colpiti per una catastrofe naturale grave e pesante. Grazie a questo fatto, ho capito che nella vita non bisogna aspettare l’occasione, ma crearla. Nella vita mi sono sempre sentito in dovere di aiutare gli altri anche nelle piccole cose, perché aiutando gli altri poi mi sento bene con me stesso. Poi l’Emilia Romagna, come del resto tutta l’Italia, è un paese che amo alla follia e per dimostrare questo amore mi sono sentito in dovere di aiutare questo bellissimo paese e le persone che ci vivono. In quel giorno in cui sono andato ad aiutare, ho avuto l’onore e il privilegio di vedere la grandezza d’animo di tutte quelle persone che venivano da tutta Italia che lavoravano e aiutavano la popolazione colpita dall’alluvione. La cos