"MI MANCHERÀ SICURAMENTE L’ALLEGRIA, IL SORRISO E L’ENERGIA DEI RAGAZZI"
Dopo vari tentativi di prendere un appuntamento con lei, riesco a convincere la professoressa di
ginnastica, Alessandra Alessandrelli, a dedicarmi un po' di tempo per
un’intervista. La professoressa è stata scelta per l’allegria e per l'umorismo che è sempre presente durante le sue lezioni! Ma soprattutto perché, purtroppo, dal
prossimo anno, ci abbandonerà: ha deciso di andare in pensione… vediamo
cosa ha raccontato a noi del Carletto.
Alunna: Ci siamo prof?
Professoressa: Eccome!
A: Partiamo?
P: Te non ce l’hai un foglio di carta e una penna?
A: No registriamo… è più semplice…
P: Oddio… ma io ci devo pensare alla risposta…mi sento
ancora peggio…
Innanzitutto, ho studiato da ragazza alle scuole magistrali
e tre anni a Urbino all’ISEF; quindi ho
insegnato come allenatrice di atletica leggera: due anni di centri estivi e
diverse lezioni ai bambini delle elementari. Quando ho fatto la mia prima
supplenza a scuola ero quasi coetanea dei ragazzi! Però sono dovuta andare a
fare domanda a Milano, perché qui in Ancona c’erano pochi posti disponibili; dopo
un anno, non essendomi trovata bene ho abbandonato e mi sono” reinventata;” ho fatto la rappresentate di vestiti e la
paninara in un pub, un anno un po' turbolento. Cosi dopo due anni sono riuscita
a tornare in Ancona e per 10 anni ho fatto supplenze annuali. Mi ricordo un
anno, avevo contemporaneamente tre scuole: in Ancona, ad Osimo e a Loreto;
dovetti comprare la mia prima macchina per fare avanti e dietro! Infine, nel
1990, sono venuta qui al Rinaldini e mi sono trovata cosi bene che non ho
chiesto mai trasferimento; cosi sono ben 29 anni che insegno in questa scuola!
Cosa si ricorda della
sua prima lezione?
Ahia… la mia prima lezione a scuola? Quella più ufficiale è
stata alle scuole media Pascoli, ma non mi ricordo più molto… ero molto
contenta, impaurita… ma non ho avuto mai problemi con i ragazzi fin
dall’inizio!
Quanti anni aveva?
Avevo 21 anni…molto giovane…
Le piaceva studiare
da ragazza?
ASSOLUTAMENTE NO, lo odiavo.
Perché è diventata
professoressa?
Perché da ragazza mi piaceva molto l’attività fisica, ci
dedicavo tutti i pomeriggi, andavo allo stadio dorico e facevo ogni tipo di
sport possibile… pur di non studiare!
Perché vuole andare
in pensione invece?
Voglio andare in pensione perché sono stanca, voglio fare
altre cose e perché bisogna far largo ai giovani! ... gli alunni sono sempre
più vivaci diciamo… quindi meglio lasciar fare ha chi ha più forze.
E cosa vuole fare
appena andata in pensione?
Voglio fare la nonna, voglio dedicarmi alle cose che non
riuscivo a fare prima…
(voce fuori campo: prof devo giustificare…
Un attimo sto facendo un’ intervista!)
…devo portare a spasso il cane, guardare mia zia novantaseienne, e soprattutto mi voglio riposare…
Ha ancora un sogno
nel cassetto?
Sicuramente qualche viaggio… anche più di uno, magari in India, perché non ci sono mai stata!
Le capita di incontrare fuori dalla scuola suoi alunni ed ex
alunni?
Mi capita di incontrarli ovunque perché ho insegnato circa a
mezza Ancona! Quindi molte volte nei negozi riconosco commesse, nelle
assicurazioni molte segretarie. Fa sempre un bell'effetto, molto piacevole.
A volte mi è capitato anche di avere come alunni figli di
miei ex alunni! Poi ovviamente succede anche di fare cene di classe per
rincontrarsi anche finita la scuola. Recentemente ho fatto una cena con una
classe di 10 anni fa!
Ci racconti un
aneddoto imbarazzante da insegnante
Oddio! Imbarazzante… ah ecco! Uno dei primi anni in cui
insegnavo… mi sentivo molto forte e volevo esibirmi in un tiro a canestro in
secondo tempo (avendo fatto anche basket da ragazza) solo che non mi sono
regolata e sono caduta e mi sono fatta male dappertutto! E per non far vedere quanto
soffrivo, coraggiosamente, non ho chiamato neanche l’ambulanza; poi nel
pomeriggio sono andata all'ospedale di Torrette… e indovina? 20 giorni di gesso
alla caviglia!
Si ricorda, invece,
un aneddoto particolare con un ragazzo?
Beh mi ricordo qualche anno fa, in un viaggio, in gita, a
Praga, alle tre di notte dei ragazzi hanno lanciato dalla finestra un boccale
di birra, hanno fatto molta confusione così son dovuta intervenire, dovevo
parlare in inglese e cercare in qualche modo di “giustificare” i ragazzi… non è
stato molto divertente… un ricordo un po' cosi…
Una classe o un
alunno che le rimarrà nel cuore
Beh di alunni non ce ne è uno… ce ne sono tanti; di classi…
forse una di tanti anni fa del pedagogico con 4 ragazze figlie di miei
colleghi… quindi abbiamo avuto un rapporto speciale… però ho perso di vista
tutti… alcuni so anche che vivono all’estero. Però, comunque, avendo sempre
classi per cinque anni di seguito vuoi o non vuoi ti ci affezioni.
Ce l’ha un ricordo
bello tra professori che porterà con sé tutta la vita?
Mi porterò con me gli aperitivi fatti assieme e le partite a carte con gli
altri professori durante le gite, la sera in hotel, dovendo aspettare il
coprifuoco delle 11. E' così che ho imparato a giocare a burraco! Erano
momenti molto divertenti. Sicuramente rimarranno anche gli episodi in hotel a cercare
di rimettere ordine tra i ragazzi nel cuore della notte; però quelli non erano
molto divertenti!
Cosa le mancherà, e
cosa non le mancherà, adesso che andrà via?
Mi mancherà sicuramente l’allegria, il sorriso e l’energia
dei ragazzi che ti trasmettono sempre, poi anche i colleghi, soprattutto con
chi ho instaurato anche un rapporto di amicizia…
Ma sicuramente non mi mancheranno tutte le sgridate che ho
dovuto fare ai ragazzi, la rabbia che in alcuni momenti mi hanno fatto provare;
tutti i ragazzi che fumano ma non dovrebbero e tutta la voglia di trasgredire
che hanno gli adolescenti.
Cosa direbbe alle
nuove generazioni? Che consiglio ci darebbe?
Di sfruttare al meglio questi anni di scuola, soprattutto
stare sempre molto attenti durante le spiegazioni che poi nella vita non
ritroverai più, cercare di instaurare buone relazioni tra i compagni e cercare
di essere meno individualisti…. Perché possono essere amicizie che dureranno
poi tutta la vita. E ovviamente, data la mia materia, di fare sempre più
movimento non tanto per dovere ma per piacere perché poi serve sempre.
Che consiglio invece
darebbe agli altri insegnanti?
Magari dovrebbero ascoltare un po' di più i ragazzi e pensare meno alla
materia specifica e al programma, provando ad avere più dialogo con loro.
L' intervista è finita! la lascio alla sua classe... ci vediamo ancora domani!
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