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DUECENTO ANNI DI INFINITO

Corrado Bologna, accademico e filologo italiano, in visita speciale presso il liceo di Stato “Carlo Rinaldini” di Ancona per un faccia a faccia con gli studenti e i professori, alla scoperta del pensiero e della profonda tradizione lasciataci da uno dei più grandi letterati italiani, Giacomo Leopardi.

Nel pomeriggio di giovedì 29 novembre il Liceo di Stato Carlo Rinaldini di Ancona ha avuto il piacere di ospitare il professore Corrado Bologna, accademico e filologo italiano, che ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “Duecento anni di Infinito”. 
Il professore Bologna ha esposto un’interessante analisi del pensiero leopardiano, partendo da “L’Infinito”, la poesia più famosa di Leopardi, confrontando le parole e la forma della poesia stessa con autori successivi al poeta marchigiano.
 “L’Infinito” parla del raggiungimento dell’io, inteso come l’individuo stesso, attraverso un percorso esplorativo interiore. Leopardi è andato oltre il limite materiale, oltre la “siepe”, si è abbandonato consapevolmente ad una dimensione che va al di là della realtà e ha raggiunto l’infinito. 
“L’infinito è il dono della parola, dell’universo che ruota intorno a questa” spiega Bologna. E come tale, questa parola ha bisogno di un limite, di un interlocutore a cui rivolgersi, per divenire universale. La parola è una figura dell’altro: l’interlocutore sceglie se farla accostare alla sua mente oppure lasciarla procedere per il suo percorso. Può affermarsi presso qualche orecchio, ma non si ferma mai, va oltre. 
Il professor Bologna ha così voluto introdurre i giovani studenti nei meandri del pensiero leopardiano, facendo un confronto con autori anche piuttosto lontani dal poeta, che hanno avuto un rapporto indiretto ma attivo con la sua letteratura.
Ne sono stati citati diversi, appartenenti alle epoche più disparate: dai suoi contemporanei, come Manzoni, che lesse interamente le sue “Operette morali”, fino agli ultra moderni, che hanno portato un po’ del genio nella contemporaneità, come Edgard Allan Poe. 
Anche se è uno degli autori più studiati a scuola, gli studenti hanno provato l’esperienza di vederlo sotto una luce diversa, con occhi più attuali. Hanno in un certo senso superato il ‘limite’ della poesia leopardiana come conoscenza scolastica, individuando nei tempi odierni situazioni e tematiche descritte da Leopardi stesso.
Il professor Bologna ha introdotto il suo discorso con le parole di Gustav Mahler, che non stonano con la chiusura di quest’articolo in quanto potrebbero invitare a una riflessione personalissima e profonda.
“La tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco.”

Guarda le Slide dell'intervento del prof. Bologna

Margherita Turchetti 5Cm

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